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@artist artista: cerca solo articoli di questo artista. Per
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Jr.
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grammaticalmente simili (Man/Men ad esempio).
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casi vanno inserite le 12 cifre del codice (compreso il numero fra i
due codici a barre, se presente) oppure tutti e 17 (compresa l’estensione,
questo vale per gli albi): considerate che l’estensione indica numero,
variant e ristampa quindi se la inserite la ricerca è puntuale e troverà
solo quell’articolo mentre se, per un albo o una rivista, inserite solo
la prime 12 cifre la ricerca vi darà l’intera serie.
Se noto è anche possibile usare il codice Diamond del prodotto
(a volte è possibile reperirlo su ricerche su Internet o
qualche indicazione su un sito specializzato o una recensione).
Tra il 1560 e il 1582 nel sedicesimo secolo, il Giappone conosceva uno dei momenti più turbolenti della sua storia la mancanza di un’autorità centrale riconosciuta favoriva, da una parte l’ambizione dei vari daimyo (signorotti locali) i quali non perdevano occasione per sfruttare ogni possibilità di ampliare i propri confini scatenando continue piccole guerre, dall’altra una presa di coscienza da parte dei contadini, che vivevano una persistente carestia, aveva generato una serie di rivolte spesso soffocate nel sangue e con inaudita ferocia. Kagemaru, si mette a capo di questa rivolta, ed insieme ad un gruppo di fedeli ninja tenterà strenuamente di combattere il potere che affligge le classi contadine fino a scontrarsi con il leggendario Nobunaga Oda… (immagine)
Di SANPEI SHIRATO.
Bianco e nero. Brossurato. 750 pagine.
Prezzo di copertina: EUR 25,00
Prezzo HoVistoCose: EUR 28,50
Ikki mandala letteralmente significa “Il mandala di Ikki”, con riferimento a Kita Ikki, soprannome di Terujirô Kita (1883-1937), intellettuale e politico nazionalista giapponese che compare come personaggio nella seconda parte dell’opera; diversamente scritto può significare anche “Il mandala della rivolta”. I capitoli di questo primo volume, comparsi per la prima volta su "Manga Shonen" nel 1974, sono ambientati nella Cina dei primordi del XX secolo, attraversata dalla serie di sollevazioni contadine e urbane culminate nei sanguinosi massacri di stranieri e cristiani perpetrati dallo Yihetuan (Unione per la giustizia e la concordia), nelle cui effigi figurava quel pugno chiuso dal quale derivò il nome di “Rivolta dei Boxer”, invalso nell’opinione pubblica mondiale all’epoca dell’invio congiunto di forze armate giapponesi, russe, tedesche, inglesi, francesi, italiane, austro-ungariche e statunitensi le quali, accorse in difesa delle rispettive legazioni sotto assedio, la annientarono. È in questo scenario storico che viene catapultata la giovane Sanniang, contadina povera e senza famiglia, unitasi alle truppe dei boxer durante la sua fuga da un misero villaggio cinese in seguito all’uccisione di un funzionario imperiale dal quale aveva subìto vessazioni e maltrattamenti continui. Diffidente, ingenua, irascibile e, in molte circostanze, tremendamente violenta, ma anche passionale e incline alle infatuazioni, con la sua irresistibile simpatia, il personaggio di Sanniang, nelle sue peregrinazioni tra Cina e Giappone, fornisce una chiave di lettura drammatica e ironica per quel difficile quadro storico. (immagine)
Di Osamu Tezuka.
Bianco e nero. Brossurato. 288 pagine.
Prezzo di copertina: EUR 12,00
Prezzo HoVistoCose: EUR 11,40
Risparmi EUR 0,60
Sasuke Sarutobi è un personaggio ricorrente della cultura popolare giapponese fin dal XVII secolo, dove è raffigurato come uno dei Dieci impavidi di Sanada, un’altrettanto leggendaria squadra di guerrieri ninja al servizio di Yukimura Sanada (1567-1615), lo storico generale distintosi nella difesa di Osaka durante l’Assedio d’Inverno (1614-1615), che mise fine alla lunga era degli Stati belligeranti. Le leggende di Sasuke e dei Dieci, prima diffuse nella tradizione orale, poi in alcuni romanzi dell’era Edo e nella letteratura per ragazzi dei primi anni del Novecento, dilagano nel cinema giapponese fin dai primordi (il primo di lunga serie di film a lui intitolati è del 1918), ma è nell’universo manga che Sasuke diviene una stella di prima grandezza, pressoché onnipresente nell’ondata di ninja-mania che investe la scena nipponica già dagli anni Cinquanta: a partire da un primo lungometraggio animato del 1959, realizzato da Taiji Yabushita e Akira Daikubara, le diverse case di produzione editoriale, cinematografica e di videogiochi si contendono, ancora ai nostri giorni, il Magic Boy (come venne ribattezzato per il pubblico di lingua inglese e in Occidente) Sasuke, ninja di scuola Koga, celebrandone le capacità mimetiche e la straordinaria agilità (Sarutobi letteralmente significa “scimmia che salta”). Nel 1960, quando Osamu Tezuka realizza Io sono Sasuke Sarutobi!, non è per seguire la scia di un successo garantito: la sua è una rappresentazione irrispettosa e caustica dell’epos nazionale, dello spirito patriottico e delle loro trasposizioni nel cinema e nel manga. Il “suo” Sasuke, pecora nera della scuola Koge, è un ragazzino di origini contadine i cui rari successi sono dovuti perlopiù all’amorevole aiuto della zelante compagna di scuola O-sai, che lo toglie dai pasticci nei momenti difficili; mosso dall’odio ereditato dal suo ambiente di nascita nei confronti della guerra, dei suoi signori e dei samurai (i quali, quando non seminano morte e miseria nelle campagne, imperversano per bande dedite al saccheggio e al sopruso) è un ostinato antieroe che, dopo aver preso parte alla guerra tra gli Stati belligeranti , solo a fatica e non senza ripensamenti comprende che i suoi propositi di vendetta sono sproporzionati ai suoi mezzi, e si rassegna a tornare alla terra e a mantenere la promessa fatta di utilizzare l’arte ninja solo in favore della giustizia. (immagine)
Di Osamu Tezuka.
Bianco e nero. Brossurato. 336 pagine.
Prezzo di copertina: EUR 15,00
Prezzo HoVistoCose: EUR 14,25
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