Versione White dell'artbook di De Vincentiis, sulla cui copertina bianca l’autore ha disegnato a mano 100 soggetti tutti diversi e tutti appartenenti allo stesso mondo delle passioni rendendo ogni libro unico. I disegni originali realizzati a mano su ogni copertina della versione White sono stati plastificati in opaco in seconda battuta e in fase di rilegatura in modo da assicurare una protezione duratura del tratto sulla copertina. (immagine)
Colore. Cartonato.
In promozionePrezzo di copertina: EUR 120,00
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Giò è un 50enne fallito, divorziato, disoccupato, che passa il tempo su siti pornografici. È la sua quotidianità, ormai. Non ha relazioni con nessuno. Vive in un perenne stato di apatia e insensibilità, alla pigra e costante ricerca di video sempre più osceni ed estremi. Ma niente lo scuote. Finché, durante una notte insonne, trova un video davvero pesante in cui una ragazzina viene seviziata da un uomo con una cicatrice sul ventre e il volto fuoricampo. Lei sembra minorenne. E sembra proprio sua figlia di 16 anni. Morta 10 anni fa. Giò è sconvolto, per la prima volta dopo tanto tempo. Che cosa è successo a sua figlia? Lui si ricorda il suo funerale… Che cosa sta succedendo? Da quel momento appare a Giò un “amico immaginario“: il tizio del video con la cicatrice sul ventre e senza testa. Lui sprona Giò a reagire, a scoprire la verità, a dare un volto al carnefice di sua figlia. Giò decide così di andare fino in fondo, di immergersi nel mondo della pornografia al limite dello snuff, di vederne e passarne di ogni finché non scoprirà la verità su sua figlia. Scoprirà invece se stesso. E la cosa non gli piacerà. Perché la violenza vista e vissuta dall’altra parte del monitor è tutta un’altra cosa. (immagine)
Di C.PATRUCCO, C.MURONI.
Bianco e nero. Cartonato. 88 pagine.
Prezzo di copertina: EUR 16,00
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ALLA PREFAZIONE DI DIEGO CAJELLI: Il corpo come tempio, dove la carne diventa un'oscena offerta votiva. Antropofagia e cannibalismo, il dualismo agghiacciante tra l'onore di essere mangiati e l'orrore di essere mangiati. Vivi. Morti. La negazione della sacralità occidentale della carne, la negazione del sepolcro. Masticatori di carne umana che trasformano il sonno della morte men duro in un orrido processo digestivo. In Cannibal Family, tra le pieghe di una storia che svolge sé stessa dall'orrore della seconda guerra all'orrore vacuo del contemporaneo, c'è tutto questo e molto ancora. Trattare, aprire la trama al cannibalismo significa colpire un punto sensibile e profondissimo dell'immaginario globale. Il fumetto che avete tra le mani lo fa, e riesce a farlo attraverso una maligna sensibilità per i dettagli. C'è una grande attenzione al corpo, al suo significato e ai suoi significanti. C'è attenzione verso i fluidi, compresi quelli che il succo di ananas può rendere più appetibili. C'è una logica, se vuoi perversa, se vuoi lucidamente anti-umana, che mutila e modifica il corpo per praticità, per rendere la carne viva più gestibile, impedendogli di urlare. E poi c'è la normalità. La vita, la storia, le relazioni, la genealogia di una famiglia. Il lessico famigliare dell'inferno del corpo, dove lo sguardo del lettore vorrebbe vedere di più, sapere di più, scandagliare tra le mura oscene delle cantine e capire quando verrà servito il prossimo banchetto. (immagine)
Colore. Spillato.
In promozionePrezzo di copertina: EUR 4,00
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DALLA PREFAZIONE DI TITO FARACI: Quello che mi aspetto da un prodotto indipendente – un film, un disco e, ovviamente, anche un fumetto – è lo stupore. Voglio essere stupito. Non mi interessa ritrovare le stesse cose proposte dal mainstream realizzate in modo più "artigianale". Sarò cinico (ma onesto): non mi interessano nemmeno l'impegno e la passione che ci stanno dietro. Voglio trovare qualcosa di diverso, che riesca a stupirmi. Ebbene, The Cannibal Family è un fumetto indipendente diverso da tutto quello che posso procurarmi nell'edicola sotto casa. E, soprattutto, è un fumetto indipendente che è riuscito a stupirmi. Sempre di più. Ho appena finito di leggere questo numero 2 (che poi è terzo, contando anche lo 0) sentendomi come se avessi fatto un giro sopra un ottovolante da cui mi attendevo emozioni forti, paura e sconcerto, ma del quale non conoscevo il percorso. C'è stata più di una curva che proprio non immaginavo e un'ultima impennata, vertiginosa. Oh, wow… La serie creata da Stefano Fantelli e Rossano Piccioni spinge l'occhio del lettore oltre la soglia. Lo costringe a vedere l'orrore, la violenza, la perversione in istanti congelati. Perché nel fumetto, diversamente dal cinema, gli istanti restano lì, non svaniscono quando passi alla vignetta successiva. Questa è una sua forza, che gli autori di The Cannibal Family hanno sfruttato spavaldamente. Sì, sono sorpreso. Pensavo – temevo, addirittura – che un fumetto italiano non potesse arrivare così in là. Ma, per una volta, mi piace ammettere di essermi sbagliato. Nelle pagine che state per leggere (o forse avete già letto, se, come me, lasciate per ultime le prefazioni) l'atroce e dolorosa saga della famiglia Petronio arriva a nuove e importanti svolte, sia nel presente sia nel passato: due binari che stanno avvicinandosi sempre di più. E, a proposito della sezione nel passato, lo sceneggiatore ospite Andrea Cavaletto si è dimostrato, non certo per la prima volta, un maestro dell'horror italiano. E lo diventerà, ci scommetto, Stefano Fantelli, gran tessitore della trama di The Cannibal Family. Con stili diversi, ma altrettanta efficacia e durezza, si alternano ai disegni Rossano Piccioni e Dario Viotti: ruvido e allucinato il primo, nitido e tagliente il secondo. Poi ci sarebbe un altro discorso, importante, sulla differenza fra violenza e rappresentazione della violenza. Però mi piace pensare che, tra i lettori di The Cannibal Family, non ci siano moralisti da "redimere". (E, se ci sono, tanto peggio per loro.) Copertina di Nicola Genzianella (immagine)
Bianco e nero. Spillato. 32 pagine.
In promozionePrezzo di copertina: EUR 4,00
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DALLA PREFAZIONE DI EDOARDO MARGHERITI: Ricordo il periodo dei film cannibal... intorno alla fine degli anni 70 molti film videro la luce in seguito al successo di titoli come: "Ultimo mondo Cannibale", "Cannibal Holocaust" e "Cannibal Ferox". Questi film erano tutti molto simili tra loro, ambientati nella giungla e tesi più a disgustare il pubblico con effettacci, sangue, frattaglie e budella, che non a raccontare le motivazioni e la cultura atavica che induceva questi popoli a cibarsi di carne umana. Cibarsi della carne del proprio nemico, per acquisirne la forza, il coraggio, ma anche per esorcizzarne la paura, trattandolo alla stregua di un animale da allevamento. Questo filone è stato riesumato quest'anno da Eli Roth con il film "The Green Inferno", un ottimo film, ma strutturato esattamente come i suoi predecessori italiani. Nel 1980 lavorai come attore e aiuto regista in "Apocalypse domani", di Antonio Margheriti, mio padre. Era un film sul cannibalismo, ma non trattava il tema dell'antropofagia tribale, quanto quello del cannibalismo urbano, inteso come follia omicida e come una specie di virus che simboleggiava gli orrori della guerra del Vietnam e della società moderna che cannibalizza tutto e tutti. Negli anni successivi non ci furono più film del genere, perchè il cannibal ebbe vita breve. A parte i film su Hannibal Lecter, e qualche sporadico horror americano, nessuno ha avuto fin'ora il coraggio di affrontare, come nelle storie di The Cannibal Family di Stefano Fantelli e Rossano Piccioni, il tema del cannibalismo come scelta di vita, per accelerare il processo di rigenerazione dell'umanità. E tutto questo accade in una fusione fra il mondo passato con gli orrori della guerra, e quello moderno ed iperconsumistico dove si può comprare qualsiasi cosa, e forse, in una realtà suburbana a noi sconosciuta, anche carne umana. In questo nuovo episodio, c'è una vera e propria altalena di racconti che accompagnano il lettore in un viaggio irreale, tra il passato e il presente, nell'erotismo e nel sangue. Nel racconto si possono cogliere citazioni relative alla storia, al cinema e alla letteratura, come ad esempio gli evidenti richiami al Frankenstein di Mary Shelley nel rapporto tra la creatura e la ragazza non vedente. Il tratto deciso e marcato dei bellissimi disegni di Rossano Piccioni e di Paolo Antiga, il profondo erotismo che emanano, l'atmosfera cupa e angosciosa perfettamente in sintonia con il racconto, sono il compendio ideale per una storia intrigante e coinvolgente che ha catturato la mia attenzione. Parlando oggi con uno degli autori di questo terzo episodio (il quarto contando il numero zero), Antonio Tentori, ci siamo chiesti se non sarebbe un progetto troppo ambizioso tentare di farne un film. Mi piacerebbe dirigere una storia con queste tematiche e questi toni estremi. EDOARDO MARGHERITI Figlio di Antonio Margheriti, il regista cult di Quentin Tarantino, Edoardo intraprende i suoi primi passi facendo da seconda unità al padre. Negli anni ottanta, oltre a dedicarsi agli effetti speciali per i film del genitore, lavora anche per Sergio Martino occupandosi dei modellini. È produttore esecutivo di moltissimi film e serie televisive, come "Elisa di Rivombrosa", "Lucky Luke", "Il settimo Papiro", "Genghis Khan". Per Mediaset ha diretto "Negli occhi dell'assassino" e "La donna velata". ANTONIO TENTORI La sua carriera è iniziata grazie all'incontro con uno degli autori più importanti del cinema horror, Lucio Fulci, per il quale ha scritto "Demonia" e "Un gatto nel cervello". In seguito ha collaborato, tra gli altri, con un maestro dello splatter come Aristide Massaccesi/Joe D'Amato ("Ritorno dalla morte - Frankenstein 2000"), con il mago degli effetti speciali Sergio Stivaletti ("I tre volti del terrore") e con un maestro del cinema popolare come Bruno Mattei ("L'isola dei morti viventi", "Anime perse", "Zombi: La creazione"). Ha scritto, insieme a Dario Argento e a Stefano Piani, la sceneggiatura del nuovo film del maestro dell'orrore intitolato "Dracula 3D". Copertina di Alessandro Bocci (immagine)
Bianco e nero. Spillato. 36 pagine.
In promozionePrezzo di copertina: EUR 4,00
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The Cannibal Family: Alfredo e la notte dei morti viventi, scritto da Fantelli e disegnato da Piccioni, pubblicato in un elegante volume cartonato di grandi dimensioni, si colloca al di fuori della continuity della serie regolare e vede il protagonista, Alfredo, affrontare i cadaveri che escono dalle tombe. Inarrestabili, affamati, violenti. Ma tra i “ritornanti”, c’è anche Margherita, l’amore eterno e perduto di Alfredo. Una storia di poesia e di morte, crepuscolare e romantica. (immagine)
Di FANTELLI S., PICCIONI R..
Bianco e nero. Cartonato. 48 pagine.
Prezzo di copertina: EUR 16,00
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